Il worldbuilding non va trascurato
Le storie fantastiche vivono in mondi fantastici che qualcuno dovrà pur creare
Con la newsletter di oggi riprendo il filone della scrittura per parlarvi del worldbuilding. Vi ho parlato dei personaggi, che ritengo siano un elemento importante per far funzionare una storia. D'altronde il lettore si connette con i personaggi, identificandosi con i loro modi, abitudini o con il loro carattere. Anche quando lo detestano. Vi ho parlato anche dell'approccio alla scrittura. Del fatto che c'è chi pianifica con cura e chi invece, comincia a scrivere senza sapere dove si finirà. Fra quest'ultimi credo vada messo il grande Stephen King. Ho letto nella parte introduttiva de L'uomo in fuga che è così che ha scritto quel romanzo.
Le storie e i romanzi fantastici, non importa se si tratta di fantasy o fantascienza, hanno bisogno di lavorare su un aspetto che non c'è in altre storie. Mi riferisco al worldbuilding. Per scrivere su mondi lontani e futuri occorre prima crearli con la fantasia. Decidere le regole che si applicano in quel mondo fa parte del processo creativo della scrittura di un'opera fantastica. Spesso le storie sono fondate proprio sulle caratteristiche del mondo inventato dall'autore. Pensate a Dune di Frank Herbert. Le vicende si svolgono attorno alla spezia, perché è la sostanza che consente tutto in quell'universo. L'impero galattico millenario è basato sull'esistenza e il controllo della spezia, che si trova su un unico pianeta: Dune. Il mondo creato da Herbert è geniale perché ricalca perfettamente la dipendenza della nostra società dagli idrocarburi e in particolar modo dal petrolio. Fra le ragioni che hanno causato la prima e la seconda guerra mondiale c'è senz'altro la necessità della Germania e del Giappone di approvvigionarsi di petrolio per alimentare la loro industria e così garantirsi la prosperità.
Il worldbuilding è quindi una parte importante nella creazione di un'opera fantastica. Come per i personaggi, occorre progettarlo bene e fare attenzione a mantenere la coerenza durante il racconto della storia. Cadere in contraddizione è molto facile, così come commettere errori che violano le regole determinate in precedenza. Non ultimo, è necessario che il mondo che si pensa sia funzionale alla storia che si vuole raccontare. Una cosa molto utile da sapere è che non occorre descrivere tutto. Non è necessario pensare a una forma di governo o a una società futura se la nostra storia non ne ha bisogno. Qui consentitemi di citare me stesso. In Dopo il buio ho descritto un mondo futuro in cui l'umanità ha colonizzato un nuovo pianeta per sopravvivere. Ho dovuto descrivere quella società e parlare un po' della loro cultura perché era una parte importante della storia. I personaggi emergevano da quel tessuto e le loro motivazioni avevano senso ed erano coerenti in quello specifico contesto. Per le storie di Arn e Nora invece, mi sono limitato a parlare di società che guadagnano trasportando merce da un sistema stellare all'altro. Non ho fatto molto lavoro a pensare a quella società e alla cultura.
L'aspetto essenziale, se si scrive una storia di fantascienza, è senz'altro quello di progettare bene il sistema tecnologico. Si tratta di un tassello fondamentale che è sempre una parte della storia oltre che il suo sottofondo. È una delle parti più divertenti quando si scrive una storia di fantascienza, ma richiede un po' d'attenzione. Bisogna pensare al livello di tecnologia in cui vogliamo ambientare la nostra storia e poi inventarci un approccio coerente. Non possiamo avere, ad esempio, viaggi superluminali, teletrasporto, replicatori e poi combattimenti di cappa e spada. Quel tipo di lotta è perfettamente naturale in un universo come quello di Dune, dove l'uomo rifiuta la tecnologia per quanto possibile. Meno ovvio in Star Trek. Se poi ci teniamo, per qualche ragione, a una simile discrepanza, allora dobbiamo inventarci una ragione valida. Dato che una persona con una pistola a raggi sarà sempre in vantaggio rispetto a una con una spada. In Star Wars, tuttavia, Lucas si inventa i Jedi che grazie alle loro capacità soprannaturali possono combattere con una semplice spada laser contro schiere di soldati armati di fucili.
Nasce prima la storia o il mondo in cui è ambientata?
Secondo il bravo Adrian Tchaikovsky, autore di libri di fantascienza come I figli del tempo e anche di libri fantasy, prima di cominciare a scrivere è meglio pensare al mondo in cui ambientare la propria storia. Bisogna lavorare scrupolosamente definendo ogni piccolo dettaglio. Non per utilizzarlo nella storia. Quando si scrive è meglio limitarsi ai soli aspetti essenziali. La fase di worldbuilding è qualcosa che serve all'autore nella scrittura della sua storia. Tchaikovsky ritiene che una volta terminato di realizzare l'universo narrativo, scrivere diventa qualcosa di più veloce e facile. Nulla di nuovo. Da sempre gli scrittori hanno fatto ricerche su ricerche prima di cominciare a scrivere. È qualcosa di noto agli autori di gialli e thriller. Occorre documentarsi bene sulle procedure della polizia o sui meccanismi del sistema legale in cui si andrà ad ambientare la vicenda. Anche se la storia è inventata e i lettori spesso non conoscono bene i meccanismi precisi e quindi non sembrerebbe grave trascurarli, tuttavia l'aderenza alla realtà aiuta a costruire storie più credibili. Alla fine il lettore le apprezzerà di più. Sottolineo il fatto che le storie debbano essere sì credibili, il che non le rende veritiere o nemmeno possibili.
Ricordo un episodio di Hawaii Five O che mi ha particolarmente disturbato. La squadra doveva recuperare del materiale radioattivo trafugato dai criminali. Alla fine McGarret (ex navy seals) e Williams si sono trovati a maneggiare questo materiale pericoloso. Dovendolo trasportare, McGarret ha suggerito di legarsi al petto le batterie d'auto presenti in alcune carcasse dove si trovavano. Il motivo era che le batterie contengono piombo e che quello li avrebbe protetti dalle radiazioni. Pur non essendo un fisico so che le protezioni da indossare contro le radiazioni sono più consistenti di batterie per automobili legate sul petto. Nelle stagioni successive McGarret ha dovuto fare delle cure misteriose e, aggiungerei, miracolose a causa dei danni dalle radiazioni. Alla fine anche gli autori della serie hanno dovuto ammettere che le batterie di automobili non proteggono dalle radiazioni. Si tratta di un esempio estremo che è utile per capire come anche dei professionisti possano fare un passo falso quando si trovano a risolvere un problema per far progredire la storia.
Quando ho scritto Dopo il buio, avevo già trascorso molte giornate a pensare a come fosse quel mondo. A che livello tecnologico avessero e per quale motivo. È stata una parte interessante nello sviluppo della storia, anche se prima di definire quel mondo non potevo certo mettermi a scrivere le vicende. Il tempo dedicato è stato molto utile anche in seguito, durante la stesura del racconto L'anomalia che è ambientato nello stesso universo, anche se si svolge alcuni decenni prima delle vicende raccontate nel libro. I racconti con protagonisti Nora e Arn, invece, li ho scritti senza pensarci troppo, anche se ho fatto diverse ore di ricerche per le distanze effettive fra alcune stelle e scegliere delle rotte e dei tempi credibili. La sfida, nel primo racconto, è stata di calibrare bene il tempo perso per il soccorso, in modo che fosse coerente con il tempo di viaggio. Per quanto riguarda tutto il resto, la storia non richiedeva di avere molti dettagli. Anche in questo caso, il vantaggio che rilevo è che ora posso espandere quel mondo con nuove storie nelle quali ho campo libero. C'è sempre l'aspetto problematico di incappare in una contraddizione. È un rischio che esiste sempre non importa quanta attenzione ci si mette, più si espande un universo e più diventa difficile mantenere la coerenza.
Se pensate di scrivere una storia fantastica, dovete porvi il problema di pensare a come è fatto il mondo in cui la volete ambientare. Studiare a fondo le regole che volete imporre e a come queste incideranno sui vostri personaggi e sulla vostra storia. Non importa se seguirete i consigli di Tchaikovsky oppure no, l'importante è dedicare il giusto tempo e attenzione a questo aspetto anche se sembra del tutto secondario. I lettori in fondo lo apprezzano quanto i personaggi e la storia. Pensate i grandi fandom e come ispirino la fantasia delle persone. La maggior parte di questi fan non desidera necessariamente interpretare il suo personaggio preferito, quanto si sceglie un ruolo all'interno di quel mondo fantastico per crearsi la sua storia personale.
Lavori in corso
Ho pubblicato la nuova storia di Arn e Nora, Scorciatoie pericolose. Come avevo promesso ad agosto. Ora sto proseguendo il mio piano e mi trovo alle prese con un secondo racconto su Sherlock Holmes e John Watson. Ho trasportato nel futuro l'inseparabile coppia e ora sono curioso di vedere che cosa succederà. Ho già una vaga idea della trama, questa volta vittima e colpevole ci sono già e si parte subito con il caso. Non aggiungo altro perché non vorrei fare spoiler e rovinarvi il gusto della lettura. Mi rendo conto che la mia precedente avventura di Holmes forse non era all'altezza. L'ho recentemente editata correggendo un po' di errori e sistemando qualcosina. Scriverla è stato davvero divertente quanto impegnativo. Così come ora la nuova storia mi sta assorbendo parecchio tempo.
Ho pensato di pubblicare la prima parte, ma purtroppo non ho ancora un titolo vero e proprio. Inoltre, la vicenda non è ancora arrivata nel punto più interessante. L'inizio sviluppa un po' i personaggi di Holmes, Watson e anche Lestrade. Qui siamo piuttosto in alto mare nonostante ci abbia già dedicato parecchie serate di scrittura. Vorrei arrivare a un punto in cui posso capire se valga la pena pubblicarla o meno. Mi piacerebbe riuscire a scrivere qualcosa che sia migliore della prima storia.
Prospettive per il futuro
Quando ho aperto la mia newsletter pensavo che avrei scritto subito altri libri di fantascienza. Il nome è indicativo. Poi la vita, come sempre capita, aveva altri piani e così mi sono ritrovato a scrivere dei racconti, mentre le mie idee per i nuovi libri da pubblicare sono rimaste nel cassetto. Prima o poi ci tornerò su e le scriverò. Per il momento, sono soddisfatto della newsletter così com'è e anche dei racconti che ho pubblicato. Sono tutte delle storie che mi piacciono e che mi hanno aiutato ad affinare la mia scrittura.
Mi capita di pensare se qualcuna di queste storie non meriti un po' più d'attenzione. Potrebbe essere interessante pubblicare come ebook qualche racconto. Avevo in mente soprattutto L'anomalia o Sherlock Holmes e il resort Terra Luna. Sono entrambi dei racconti lunghi che potrebbero avere un buon risvolto se pubblicati come ebook. Probabilmente sarebbero anche più fruibili rispetto alla pubblicazione via newsletter. Ho notato che i racconti a puntate hanno sempre una perdita di pubblico. Il che può significare che le storie non sono così apprezzate come credo, oppure che la mia scrittura non è abbastanza coinvolgente da rendere giustizia alla storia. C'è anche la possibilità che il lettore si stufi e non voglia aspettare una settimana per leggere un pezzo di un racconto. Gli episodi che pubblico in genere sono dimensionati per una lettura in circa mezz'ora.
L'esperimento di pubblicare un racconto più lungo è andato bene. Parlo di Oltre le nuvole il cielo è blu. Anche se pare la lettura così lunga non è molto agevole dall'app o dal sito di Substack. Anche questo racconto è fra quelli che vorrei proporre in una forma più fruibile. Penso che questa storia distopica meriti più attenzione. Ma prima di pubblicarlo come ebook pensavo a qualche concorso dove presentarlo.
Come sempre vi invito a commentare e farmi sapere le vostre opinioni sulla newsletter e sui racconti.